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Ho Vissuto Confusione

by Requiem for Paola P.

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    1.Lacrimoni
    2.Oggi a te, domani a te
    3.Porto Rancore
    4.Clemente smarrito
    5.Gli anni simili
    6.Finestre di niente
    7.Avrà i tuoi occhi
    8.Il giorno di festa

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1.
Lacrimoni 03:19
Eccolo il modo perfetto, un gioco semplice senza ricatto tu che entravi nel palazzo, meravigliandoti di essere il lupo E sopra i tetti i camini a sbuffare, il fumo nero del mio malumore col posto fisso da mantenere, dentro la fabbrica dell'apparire E d'improvviso a ciel sereno, tutti avevano ragione la puoi tenere tra le mani ma non fartela rubare Ma che bei tempi di scuse, ci nutrivamo di tutti i complotti come confondere la guerra per amore dei nostri diritti Nessuno a toglierci la terra, Nessuno a spegnere la rabbia, Nessuno a dare la precedenza, a quello stronzo in bicicletta E d'improvviso a ciel sereno, tutti avevano la soluzione tu l'hai tenuta tra le mani, oddio l'hai fatta scivolare Ed abbiamo brindato, che cazzo dovevamo fare? durante la festa, sentirci male per chi muore? Per chi urlava al peccato, infastidito fosse troppo cresciuto la notte in cui tutti hanno visto e mentito. E chissà quando avrà fine questa ricerca del limite? che più lo ignori e stai meglio Scaffali colmi delle risposte un futuro pronto, senza domande che poi chissà perché serviva farle? Ho il miglior posto e no, non vedo niente Mentre chi vive raccontando errori, chi per quei figli che manco volevi Tu che eri in piazza coi tuoi occhi buoni e poi i Lacrimoni, poi, i militari E d'improvviso il cielo è nero, nessuno vuole più la tua ragione Tu la raccogli tra le mani E d'improvviso il cielo è nero, nessuno sceglie più la tua soluzione ti era caduta dalle mani, forse per il troppo amore
2.
Non si parlava già più di altro, se non di un salto e di quel vento che ci è mancato sotto ai piedi di me, bendato, fermo alla guida di un camion e voci ed urla di piacere ai miei sorpassi scomposti Guardando in punta di piedi, oltre quel muro a letto presto con un solo occhio chiuso armati fino ai denti di colpi e lotte di classe e quel cristo malnutrito senza rimedio distrutto dalla tosse E tutta una vita a tappare buchi, a tenere il mare in una bottiglia, su di un mensola, in bella vista per poi tornare indietro, far del tormento la tua famiglia, che ti inghiottirà senza vergogna Guardando in punta di piedi, oltre quel muro a letto presto con un solo occhio chiuso armati fino ai denti di colpi e lotte di classe e quel cristo sceso dalla croce preso a botte in una piazza indifferente Ed oggi a te, domani a te senza sorprendersi del tempo che non c'è di chi si è preso le illusioni fatte trofei per pochi Ed ero entrato a piedi nudi non ci dormivo mentre sentivo tremare le pareti E noi ancor qui, a dare un nome a quei "se". a morder tutto, dividerci l' "io" ammalarci di tutti i perché Chiedimi ancora se tutto era valso stanno scrivendo il tuo nome in corsivo e non ti è ancora chiaro? E allora chi ha taciuto, per non crear disturbo chi ha rubato tutto quanto, non ha pagato il giusto chi padrone del consenso, si è poi comprato il dubbio hai visto come il nero ha poi coperto tutto? C'era un mucchio di spazio, ci sei cascato dentro facendo re il ritardo, solo, dentro te stesso chi ha scelto di morir qui o dritto nel suo letto se oggi hai preso te, domani farai lo stesso Guardando in punta di piedi, oltre quel muro a letto presto con un solo occhio chiuso armati fino ai denti di colpi e lotte di classe e quel cristo ormai fuggito, fuorilegge, Eroe di corte
3.
Tratteggio la linea mi metto d'impegno a seguirla, con le unghie e coi denti, in fondo è stata solo mia la scelta e non volevo tradirla E poi mi dici provare è l'anticamera del mio fallire che cosa costa lasciare quello che non si può trattenere? Rimane un suono continuo e mai banale Porto Rancore vago Porto Rancore come uno scudo Porto Rancore per chi dice è un vizio solcare il mare per sognare un tetto Porto Rancore per le notti in bianco dentro una scuola senza libri ed in ostaggio Chi ha costruito la casa sopra quel letto di spine? Spostando tutti i piatti e i coltelli, solo per farti impazzire, invitarti ad abbandonare Ma a cedere sei sempre in tempo A credere in Dio sei sempre in tempo Porto Rancore cauto Porto Rancore come diversivo Porto Rancore a chi non ha vergogna è un mantello nero con cui mi riparo Porto Rancore e sono dentro l'autobus ho una valigia e le tue rose in regalo Porto Rancore sacro Porto Rancore ed è un mio diritto Porto Rancore è un lenzuolo bianco ad alcuni forse è parso più uno straccio Porto Rancore per ogni respiro per questo progresso a tappe cosi necessario Che importa avere una bilancia? pesare tutto poi diventa indifferenza Che importa avere una cassaforte? polmoni nuovi dentro protetti dalle fiamme Che importa avere un cacciavite? svitarci tutti quei dilemmi tanto crepi uguale Che importa avere un ideale? se ti ci lavi bene i denti e lo vuoi subito sputare Porto Rancore invano Porto Rancore a me che l'ho capito Porto Rancore a chi troppo occupato per maledirmi dal suo bel divano Porto Rancore e vedrà qualcun altro di riposare bene e tutto il resto ignorarlo Porto Rancore aspro Porto Rancore a chi ha nascosto il viso Porto Rancore avevo visto giusto nel non sentirmi parte del tuo piano Porto Rancore per questo disastro questo morire prima e poi pensare, ora che faccio?
4.
Cammina lento non ti girare con mani ed occhi bendati pensi già ai prossimi graffi, chi tornerebbe indietro mai? eppur la in alto è voragine tra cavi elettrici e nere serpi seppur la strada sia complice, mai l'hai trovata e lo sai Oh, lingue di fuoco nessun capello torto nessun morto e/è risorto Oh, lingue di fuoco nessun debito assolto nessun diavolo in corpo Tappeti rossi di benvenuto nella tua testa, stesi nella tua testa Guidami è notte, non fermarti da nessuna parte Ad ogni angolo, orecchie tese, porte chiuse Rosso quello che vedi, senza possibilità di fuga la risposta che cercavi è qui, invano dispersa da un vento che ha sradicato i segnali, alzato polvere Tappeti rossi di benvenuto, Buona fortuna! Preghiere senza colpe, ogni sera ci trascinano in cima alla collina
5.
E luce alta, bianca fu spaventa quel mostro fantasma ed i suoi occhi di sonno è forte che non vedi niente, e non hai santi a proteggere, nessuno a cui volgere Non c'è soffitto e cadon giù i cocci che non puoi raccogliere qui è già un potere il disordine Ma c'erano torti, erano tutti davanti a te c'era mentre eri intento a sparire chi si trovava qualcosa da odiare e tu proteggili tutti perché domani chissà che capiti a te sangue dal naso col freddo a curarci i lividi E poi ti giuro d'aver visto una montagna di croci e su ciascuna la tua testa Ma poi ti giuro d'aver visto una montagna di croci e una piscina dove tutti eran felici con al collo la propria pietra Ma c'erano torti, erano tutti davanti a te c'era mentre eri intento a sparire chi si trovava qualcosa da odiare e tu proteggili tutti perché domani chissà che capiti a te ripulir dove hai lasciato entrare i demoni E chi ha avuto bisogno di tutto quello di cui bisogno non c'è con te fermo a guardare chi si ingozzava del male minore ma un paese ci vuole, almeno per mandarlo tutto a puttane quel caffè caldo al lago a scaldarci gli animi Aspetta un attimo - C'è una voce già qui fuori Aspetta un attimo - Eri tu od io a bussare? Aspetta un attimo - Cazzo è domenica voglio dormire! Aspetta un attimo! Ed ecco qui, stavamo sempre a ridere a far tutto per non credere a finger male quest'ingenuità che ora è una sconfitta Ma c'erano torti, erano tutti davanti a te c'era mentre eri intento a sparire chi si trovava qualcosa da odiare e tu proteggili tutti perché domani chissà che capiti a te teneramente sorpresa dei nuovi spigoli E chi ha avuto bisogno di tutto quello di cui bisogno non c'è con te fermo a guardare chi singhiozzava del male minore ma un paese ci vuole, almeno per mandarlo tutto a puttane e arrivar tardi con gli anni ormai più che simili
6.
Entra pure, varca la soglia li dove nessuno ha più la traccia dove le mosche non hanno memoria di un me bambino e del suo sangue in faccia Stringi di più, infinito tra le tue braccia, il buio dentro la stanza Stringi di più, infinito tra le tue braccia, non c'è nessuno che guarda Ma quanti eravamo la dentro a resistere? (Perché ?) stretti, in cambio di nulla Qualcuno sapeva che c'era da insistere (Come?) ma non lo ha detto, credi alla sventura? Entra pure, aspetta la pioggia non c'è ombrello al mondo che ripara veloce, la paura non ti sfiora ridi nel sole, qui è Coney Island! Stringi di più, infinito tra le tue braccia, osserva quello che manca Ma quanti eravamo la dentro a resistere? (Perché ?) stretti, in cambio di nulla Qualcuno sapeva che c'era da insistere (Come?) ma non lo ha detto, oddio che sciagura! E finalmente seduti, per goderci un po' meglio tutte le porte che sbattono E si parlava di alberi, del diventar Cherofobici adesso che neanche io, scrivo più Ma quanta sete avevamo, tra le finestre di niente, ignoravamo il pericolo Come potevo sapere, avere troppo da dire sarebbe stato l'ostacolo? Come potevo sapere il segreto era quel livido non ti ho nascosta mai, rivendico!
7.
Ed infine il tetto ha ceduto nel momento in cui tu eri li presente, fermo come un gigante di carta cosa dire del tempo che spezza le ossa e piega la faccia, di un'ombra suicida sul litorale di Ostia? Con gli anni ci sarebbe andata bene anche la sabbia senza un castello trovar qualcuno a cui potere dare la corona bastava fosse alto abbastanza non ci togliesse la vista sulla tua estate in spiaggia Vedi! Guarda! Ormai è quasi ora! Cosi spingi via i tuoi occhi rossi Ma se sei il primo che lascia, dimenticando la porta aperta cosi che il freddo conquisti la stanza il tuo paese che non ti assomiglia dove chi cresce non trova aria, annega in un bicchiere senz'acqua dove il dolore di qualcuno la buona novella o l'abitudine che tanto poi passa Cosi spingi via i tuoi occhi rossi, mettiti l'anima in pace dai che qui non volervi neanche venirci! Più forte delle onde che sbattono, chiedevamo scusa per la nostra fretta a chi ci aveva tolto il pane di bocca lanciando sassi da una finestra cosa che non pareva certa, cosa ormai detta, persa nell'aria Ed avevamo regole per una buona convivenza, cambiavano veloce dal mattino alla sera non saremmo stati mai più come prima Cresce chi è rimasto qui, cresce senza lacrime in cui affogare Confuso dentro troppi premi senza vincitore distratto da quel telefono che suonava da ore Cosi spingi via i tuoi occhi rossi, mettiti l'anima in pace dai che qui non volevi neanche, Viverci.
8.
E cosi poi hai trovato una giungla, eri certo manco fosse sempre stata casa tua io ti ho detto era solo campagna dove l'erba ad un tratto si era fatta molto alta E come è strano trovarsi questo scontro dentro casa, dritto nel piatto, non era certo per tua madre l'idea di una cena fuori c'è un buio perfetto ma non nasconde la rabbia Di chi respira qui in un silenzio irreale nemmeno si accorge di chi nel sonno pianifica una rivoluzione Se c'è una colpa, se c'è un errore tutti li tristi con gli occhiali da sole le tasche piene dei tuoi "non disturbare" Si che c'è una colpa, che c'è un orrore nessun passo indietro per non dar dispiacere essere al mare, guai a volersi tuffare Ed era il momento migliore per avere un'idea impacchettarla per tutti, fare che non fosse solo tua cosi seduto in disparte, proprio nel giorno di festa in una stanza dai muri di acqua, pronti a piegarsi in una tempesta Chi respira qui in un silenzio irreale nemmeno si accorge di chi nel sonno pianifica una rivoluzione Se c'è una colpa, se c'è un errore tutti li tristi con gli occhiali da sole le tasche piene dei tuoi "non disturbare" Si che c'è una colpa, che c'è un orrore nessun passo indietro per non dar dispiacere essere al mare, guai a volersi tuffare Se errare è umano, diabolico è voltare la testa, alzare le spalle nascosto da dietro una tenda la stessa che poi hai spostato per puntare l'arma, tirare il grilletto e colpire con calma ridere forte del sangue che macchia, rinchiudere in fretta, pulire la stanza, lavarti i capelli ed attendere l'ombra che non è più la stessa, nessuno più inganna le senti le risa e la gente che balla? Ma nessuno si volta o ha fatto domande Nel giorno di festa

credits

released November 17, 2022

Registrato da Maurizio “Icio” Baggio in presa diretta nel luglio 2022 al Belzebù Devil Studio
Mixato e masterizzato da “Dj Spada” presso La Distilleria studio
Prodotto da Requiem For Paola P.
Testi e Musica Requiem for Paola P.
Artwork a cura di Carlo Zulian

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Requiem for Paola P. Bergamo, Italy

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